
Il simbolo del marchio di Pausilya Therme è ispirato all’intreccio fra l’acqua del mare e l’acqua sorgiva termale, le forze materiali di Pausilya. Lo stesso “signum” diventa sintesi delle due grandi filosofie del benessere, quella occidentale e quella orientale, stilizzando il corpo femminile di ninfa. In quel segno si gioca anche la sintesi fra l’olimpo del pensiero classico mediterraneo e il portale spirituale del tempio scintoista.
Lo Shintoismo o Scintoismo, o semplicemente Shinto (神道, shintō?), è una religione nativa del Giappone. Prevede l’adorazione dei kami, un termine che si può tradurre come divinità, spiriti naturali o semplicemente presenze spirituali.
Le origini dello Shintoismo si sono perse nel tempo, ma esistono diverse teorie riguardo gli antenati del popolo giapponese odierno, la più accettata è quella che li indica come discendenti di popolazioni dell’Asia Centrale e dell’Indonesia. Da notare per esempio, che la parola Shinto è essa stessa di origine cinese e che molte delle codifiche della mitologia shintoista vennero costituite con lo scopo esplicito di rispondere all’influenza culturale cinese. Mentre il Buddhismo enfatizza la vita dopo la morte, lo Shintoismo enfatizza questa vita e la ricerca della felicità in essa.
La natura è sacra, in quanto espressione del divino; conservare un contatto con essa comporta il raggiungimento della completezza e della felicità, e significa mantenersi vicini ai kami.
La pulizia è un componente essenziale dello Shintoismo, pulizia consente purezza, e la purezza è una delle massime virtù. La pulizia è essenziale per condurre una vita armoniosa. I riti di purificazione sono una parte vitale dello Shintoismo e sono stati adottati anche nella vita moderna.
Un rito di purificazione personale è legato all’acqua, elemento purificatore per eccellenza: consiste nel resistere sotto a una cascata o nell’eseguire delle abluzioni rituali alla foce di un fiume o nel mare, oppure semplicemente mediante le apposite fonti dei templi
La venerazione corrisponde sempre ad un contatto con il mondo naturale, che rende i templi oasi di pace all’interno delle caotiche città. L’estetica del tempio, sostanzialmente, è un elemento fondamentale per la preghiera e la venerazione, è un tutt’uno con esse. il tempio è infatti considerato un edificio mistico, un luogo in cui è possibile trovare un contatto e respirare la sacralità del mondo, che il luogo sacro in un certo senso canalizza.
Caratteristica comune a tutti i templi tradizionali è l’utilizzo di materiali da costruzione naturali, il legno in primis Oggi sebbene la maggior parte dei nuovi templi tenda a rispettare gli stili tradizionali, altrettanto spesso si tende a sviare, sperimentando e proponendo nuovi stili architettonici, con la costruzione di templi decisamente futuristici, caratterizzati dall’utilizzo di materiali come l’acciaio, il cemento e il vetro, come l’attuale struttura di Pausilya Therme
Le origini dello Shintoismo si sono perse nel tempo, ma pare che si sia originato alla fine dell’ultimo Periodo Jōmon.
Lo Shintoismo è una religione difficile da classificare. Da una parte può essere considerata veramente come una forma molto organizzata di animismo, ma la presenza di una mitologia definita la rende più una religione politeista con tratti sciamanici.
Lo Shintoismo è piuttosto una collezione di rituali e metodi, intesi a mediare le relazioni tra gli esseri umani e i kami. Queste pratiche si sono originate organicamente in Giappone nel corso di molti secoli e sono state influenzate dal contatto con le religioni straniere, soprattutto cinesi.
La vita dopo la morte non è una preoccupazione primaria e viene data un’enfasi maggiore al trovare l’armonia in questo mondo, invece che nel prepararsi al successivo.
Secondo lo Shintoismo non c’è niente di peccaminoso di per se, piuttosto certi atti creano una impurezza rituale che una persona dovrebbe voler evitare semplicemente per ottenere pace mentale e buona fortuna, non perché l’impurezza sia sbagliata in se stessa. Il male e gli atti sbagliati sono chiamati kegare (letteralmente “sporcizia”), e la nozione opposta è kiyome (letteralmente “purezza”).
Come tale, la natura va rispettata, venerata e soprattutto tutelata, poiché è da essa che deriva l’equilibrio della vita.
L’uccisione di un essere vivente, considerata come atto impuro, dovrebbe essere fatta con gratitudine e con riverenza nei confronti dell’animale e ridotta al minimo, praticata solo quando altamente necessario.
I riti di purificazione sono una parte vitale dello Shintoismo e sono stati adottati anche nella vita moderna.
Il fedele shintoista fa largo uso della pulizia rituale, sia su se stesso che negli ambienti in cui vive; i templi shintoisti vengono tenuti sempre impeccabilmente puliti dai sacerdoti.
La pratica di abluzione alle fonti dei templi è richiesta quasi sempre prima dell’accesso al luogo sacro. Le due forme di purificazione alla foce di un fiume o nel mare o le apposite fonti dei templi sono spesso dette 祓 harai.
Nelle cerimonie di purificazione vengono generalmente utilizzati vari elementi simbolici, tra i quali spiccano la già citata acqua, il sale e la sabbia. Il sale è, dopo l’acqua, l’altro elemento importante nei rituali di purificazione. Le cerimonie legate al sale vengono genericamente chiamate shubatsu. Vi sono varie cerimonie in cui il sale viene sparso in un determinato luogo per eliminare le impurità, chiamate maki shio (letteralmente “sale sparso”). Di solito all’ingresso delle case vengono posti dei contenitori di sale, chiamati mori shio, che si crede abbiano l’effetto di purificare chiunque entri nell’abitazione. Il maki shio è praticato nelle case, e anche, alternativamente o insieme all’acqua, prima della costruzione di un edificio. Il sale viene offerto simbolicamente anche alle divinità, ponendolo sugli altarini domestici kamidana (vedere la sezione sul culto domestico).
Data la radicata credenza nella sacralità dell’universo i templi rappresentano in un certo senso un microcosmo, una piccola riproduzione degli elementi naturali nella loro essenza: il giardino rappresenta i boschi e le foreste di tutto il mondo, la fonte per le abluzioni il fiume, le pietre nei giardini rappresentano le montagne e infine gli stagni, rappresentano i mari e i laghi.
In alternativa a templi ed altari domestici, un luogo considerato sacro, a volte addirittura di più degli edifici costruiti dall’uomo, è la natura stessa. Montagne, laghi, isole, scogliere, spiagge, foreste, prati; in quanto questi ambienti incontaminati sono la massima espressione del divino, rappresentano una delle vie per giungere alla contemplazione del sacro e alla percezione della dimensione divina dell’universo.
Il culto templare sottolinea l’appartenenza dell’uomo all’universo di cui è parte. I riti aiutano il fedele a comprendere la via che deve intraprendere nella vita, gli offrono forza e sostegno per superare le difficoltà e supportano la sua visione spirituale del mondo, tra sacralità e purezza.
I rituali collettivi sono organizzati dai sacerdoti. Questi rituali sono molto precisi e dettagliati, rappresentano infatti l’equilibrio del mondo, e con un tale significato vanno rispettati nella loro interezza. Il modello rituale divenne comune a tutti i templi nel corso del XIX secolo. Oggi, la Jinja Honcho, nella sua costante opera di modernizzazione dello Shintoismo, sta introducendo nuovi modelli rituali, più adatti all’era moderna.